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Già nel primo ottocento Bartolomeo Pinelli ha raffigurato in varie incisioni donne e bambini del luogo, chiamato allora Monticelli. Quello raffigurato dal Pinelli così come molti di quelli successivi, riportano il vestito che veniva normalmente usato dal popolo, quello per così dire, di tutti i giorni; esso con le dovute differenze, può assimilarsi a quello di altri paesi vicini (Tivoli,. Palombara,. Castelli Romani). Tale costume, anche se limitatamente ad alcuni indumenti, si è mantenuto sino a qualche decennio fa; oggi con la scomparsa delle ultime anziane donne esso non è più riscontrabile nel paese. Ben altra sorte ha avuto, al contrario, il ricco ed elaborato costume che si può ammirare oggi nella sfilata che accompagna il Santo; solo nella "struttura" esso assomiglia all'altro, ma differenti ne sono i tessuti, gli ornati, i ricami e la funzione. Esso era infatti, originariamente, nella sua versione più preziosa, appannaggio di famiglie notabili (Fontana, Stazi, Miconi, Tuzi, ecc.) e veniva usato come veste nuziale e in occasioni di rilevanti festività e cerimonie importanti (nel 1930 una rappresentanza di Montecelio partecipava alle nozze del principe Umberto di Savoia). Così, mentre i costumi usati ogni giorno andavano sparendo intorno agli anni '950, le Vunnelle venivano gelosamente conservate e, quando possibile, arricchite. Il numero delle partecipanti alla sfilata che si svolge nell'ultima domenica di settembre è andato man mano aumentando negli anni. Attualmente a Montecelio esistono circa 250 costumi di cui un centinaio originali e l'altri "costruiti" recentemente. |
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Componenti costume Fazzolittu 'n capu:
Viene fissato sul nodo del fiocco della cartonella tramite uno spillone impreziosito da una perla. |
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